Vangelo
Chi non prende la croce non è degno di me. Chi accoglie voi, accoglie me.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,37-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Parola del Signore.
Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: Possediamo soltanto ciò che doniamo agli altri >>>
… Il Vangelo, croce e pasqua, un’eternità di luce, non si spiegano interessandosi solo della famiglia, e neppure una storia di giustizia, un
mondo in pace. Bisogna rompere il piccolo perimetro e far entrare volti e nomi nel cerchio del proprio sangue, generare diversamente vita e futuro; staccarsi, perdere, spezzare l’eterna ripetizione di ciò che è già stato. Chi avrà perduto, troverà. Perdere la vita, non significa farsi uccidere: una vita si perde solo come si perde un tesoro, donandola. Noi possediamo, veramente, solo ciò che abbiamo donato ad altri. …
Luciano Manicardi, Monastero di Bose: Ottenere donando >>>
… Nel vangelo secondo Matteo colpisce il fatto che il discorso sull’accoglienza dell’inviato (Mt 10,40-42) faccia seguito alle indicazioni ed esigenze dure sulla sequela di Gesù (Mt 10,37-39). In questo modo la tematica dell’accoglienza è sottratta alla morale delle buone maniere e pienamente inserita nell’ambito del radicalismo cristiano. Va poi notato che, se il testo parallelo di Luca parla di ascolto di un messaggio (“Chi ascolta voi ascolta me”: Lc 10,16), Matteo sottolinea l’accoglienza del messaggero. I due aspetti sono evidentemente correlati e inscindibili, ma è importante ricordare la dimensione umana dell’accoglienza di una persona, che richiede di mettere in atto gesti, attenzioni, premure, intelligenza dei bisogni dell’altro (si noti il dettaglio del dar da bere “un bicchiere d’acqua fresca” in Mt 10,42 che ci rinvia al clima caldo e secco palestinese e alla sete di colui che ha percorso molta strada a piedi), perché l’accoglienza è sempre accoglienza di un corpo da parte di un altro corpo….
E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca ad uno di
questi piccoli, perché è mio discepolo, amen io vi dico, non
perderà la sua ricompensa.
Queste ultime parole del discorso sulla missione sono un
insieme di versi sulla vita del discepolo che deve essere degno di
Gesù, degno del figlio e quindi si fa il lineamento del discepolo. Il
discepolo è, innanzitutto, uno che lo riconosce, lo testimonia, uno
che lo ama più di tutto, uno che sa prendere la sua croce, uno che sa
dare la vita. Questi sono gli aspetti che realizzano la vita.
Diventiamo come il Figlio che testimonia l’amore, che sa farsi carico del peso di questo amore è che sa donare la vita; questo vuol dire
avere la vita, e dopo c’è il finale che parla di accoglienza
Mt. 10, 32- 11,1