Omelia di don Bernard Tondé – S. Messa 13 marzo 2022 ore 18.00 >>>
Vangelo
Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: Il vivere la bellezza è liberare la luce in noi >>>
Molte chiese orientali custodiscono sulle pareti un percorso di fede per immagini, alla fine del quale campeggia, o dipinta sulla cupola centrale nel punto più alto, o raffigurata come mosaico dorato a riempire di luce l’abside dietro l’altare, vertice e traguardo dell’itinerario, l’immagine della Trasfigurazione di Gesù sul Tabor, con i tre discepoli a terra, vittime di stupore e di bellezza. Un episodio dove in Gesù, volto alto e puro dell’uomo, è riassunto il cammino del credente: la nostra meta è custodita in una parola che in Occidente non osiamo neppure più pronunciare, e che i mistici e i Padri d’Oriente non temono di chiamare “theosis”, letteralmente “essere come Dio”, la divinizzazione. Qualche poeta osa: Dante inventa un verbo bellissimo “l’indiarsi” dell’uomo, in parallelo all’incarnarsi di Dio; oppure: “io non sono/ancora e mai/ il Cristo/ ma io sono questa/infinita possibilità”. (D.M.Turoldo)…..
Luciano Manicardi, monastero di Bose: Preghiera e silenzio >>>
Le prime due domeniche di Quaresima, in tutte le annate liturgiche, presentano quella successione tra il racconto delle tentazioni di Gesù e la narrazione della sua trasfigurazione che è simbolo del cammino quaresimale fino al suo compimento pasquale. Ma vi troviamo anche un’immagine della nostra quotidianità. Questo è particolarmente vero nell’annata C perché la polarità tentazione – trasfigurazione si declina come polarità tentazione di Gesù – preghiera di Gesù, dunque tentazione – preghiera nostre. È infatti un tratto peculiare della redazione di Luca l’aver inserito la narrazione della trasfigurazione nel contesto della preghiera di Gesù: “Gesù salì sul monte per pregare e mentre pregava l’aspetto del suo volto divenne altro e il suo abito bianco, sfolgorante” (Lc 9,28-29). Luca crea un parallelo spirituale suggestivo tra tentazioni, in cui Gesù si oppone al divisore con la parola della Scrittura (Lc 4,1-13), e trasfigurazione, in cui Gesù è reso partecipe della luminosità di Dio attraverso la parola della Scrittura simbolizzata da Mosè ed Elia, la legge e i Profeti, con cui sta conversando (Lc 9,28-36). Questa polarità è anche descrizione della situazione in cui noi stessi siamo immersi quotidianamente. Quotidiana è per noi la possibilità del male. Ma altrettanto quotidiana è la possibilità della lotta, della resistenza alla seduzione del male, dunque della preghiera e dell’ascolto della parola del Signore nelle Scritture. …
Gesuiti Villapizzone, Milano ( http://www.gesuiti-villapizzone.it/sito/lectio/vangeli.html
Questi è il mio Figlio, l’eletto. Ascoltate Lui!
Come già nel battesimo, il Padre conferma di nuovo il
cammino del Figlio: la sua solidarietà con i fratelli fino
alla croce è l’unico trionfo sul male. Il Padre ci dice di
ascoltare lui, che ci ha detto di seguirlo nel cammino
dalla croce alla gloria. Allora la bellezza del suo volto di
Figlio risplende anche sul nostro volto.
La trasfigurazione ci fa vedere la meta del nostro
cammino: diventare come Dio.