Omelia don Mario Testa, 12 Novembre 2022 – Lc 21,5-19 >>>
Vangelo
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore.
Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: L’uomo è al sicuro nelle mani del Signore >>>
… Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Il Vangelo adotta linguaggio, immagini e simboli da fine del mondo; evoca un turbinare di astri e di pianeti in fiamme, l’immensità del cosmo che si consuma: eppure non è di questo che si appassiona il discorso di Gesù. Come in una ripresa cinematografica, la macchina da presa di Luca inizia con il campo largo e poi con una zoomata restringe progressivamente la visione: cerca un uomo, un piccolo uomo, al sicuro nelle mani di Dio. E continua ancora, fino a mettere a fuoco un solo dettaglio: neanche un capello del vostro capo andrà perduto. Allora non è la fine del mondo quella che Gesù fa intravvedere, ma il fine del mondo, del mio mondo. C’è una radice di distruttività nelle cose, nella storia, in me, la conosco fin troppo bene, ma non vincerà: nel mondo intero è all’opera anche una radice di tenerezza, che è più forte. Il mondo e l’uomo non finiranno nel fuoco di una conflagrazione nucleare, ma nella bellezza e nella tenerezza. Un giorno non resterà pietra su pietra delle nostre magnifiche costruzioni, delle piramidi millenarie, della magnificenza di San Pietro, ma l’uomo resterà per sempre, frammento su frammento, nemmeno il più piccolo capello andrà perduto …. >>>
Luciano Manicardi, Monastero di Bose: Occasioni evangeliche >>>
Avvicinandosi la fine dell’anno liturgico, il vangelo della penultima domenica (Lc 21,5-19) è tratto dal discorso escatologico lucano e si presenta come un’esortazione alla perseveranza e alla vigilanza rivolta da Gesù ai suoi ascoltatori che, attraverso la pagina evangelica, raggiunge i futuri credenti e li esorta a non lasciarsi prendere dalla paura e dall’angoscia di fronte a eventi catastrofici e a persecuzioni. Lungi dall’essere segno di una imminente fine del mondo, questi eventi vanno accolti come occasione di martyría (v. 13), di testimonianza. Nel testo evangelico odierno non si tratta della fine del mondo, ma di ciò che avviene “prima” (vv. 9.12), nella storia, che appare così il tempo della faticosa perseveranza.. ….
Gesuiti Villapizzone, Milano ( http://www.gesuiti-villapizzone.it/sito/lectio/vangeli.html)
Non resterà pietra su pietra
La fine del tempio, luogo di Dio e principio di vita, è simbolo
della fine del mondo. Noi vogliamo sapere quando ciò avverrà
e quali saranno i segni. Come se, prevedendola, potessimo fare
qualcosa per evitarla. Ciò che Gesù dice sul futuro è la cronaca
di ogni giorno. Invece di spaventarci, siamo chiamati a vivere il
male, da sempre presente, con Gesù e come Gesù,
testimoniando un amore più forte di ogni male. Allora, come
sulla croce di Gesù, finisce il tempio e il mondo vecchio:
vediamo il vero Dio e nasce l’uomo nuovo, a sua immagine.