Vangelo
Fa udire i sordi e fa parlare i muti. Mc 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: «Effatà»: quando apri la tua porta la vita viene >>>
…. Portarono a Gesù un sordomuto. Un uomo prigioniero del silenzio, una vita senza parole e senza musica, ma che non ha fatto naufragio, perché accolta dentro un cerchio di amici che si prendono cura di lui: e lo condussero da Gesù. La guarigione inizia quando qualcuno mette mano all’umanissima arte dell’accompagnamento. .….
Luciano Manicardi, monastero di Bose: Ascoltare per comunicare >>>
… Ed ecco che viene condotto a lui un “sordomuto”, o meglio, un uomo “sordo” e “balbuziente”, “che parla con difficoltà”. Troviamo qui lo stesso verbo che nel greco dei Settanta (che traduce un termine ebraico che indica i muti) designa i balbuzienti in Is 35,6: “la lingua dei balbuzienti griderà di gioia”. In effetti, a guarigione avvenuta, si dirà di quest’uomo non tanto che aveva ritrovato la parola, ma che “parlava correttamente” (Mc 7,35). Incapace di ascoltare, egli non sa neppure esprimersi correttamente e perde la capacità comunicativa trovandosi in un isolamento doloroso. È l’incapacità di comunicare che affligge quest’uomo privandolo della sua soggettività: egli è totalmente passivo. Condotto da altri a Gesù, è oggetto di gesti e parole da parte di Gesù finché viene liberato dai vincoli che lo imprigionavano impedendogli di comunicare. Ed è significativo che, per guarire dalla sua incapacità comunicativa e ritrovare la sua soggettività, egli debba essere separato dalla folla e portato in disparte: lì può essere restituito a se stesso e diventare soggetto della sua parola. Lì avviene l’incontro personale con Cristo……
Gesuiti Villapizzone, Milano ( http://www.gesuiti-villapizzone.it/sito/lectio/vangeli.html
Effathà, cioè: Apriti!
Se siamo sordi, non riusciamo a parlare: se siamo sordi
all’amore che il Figlio ci ha mostrato, non riusciamo a
comunicare correttamente con i fratelli. È lento e faticoso il
cammino di guarigione dalle chiusure che ci rendono insensibili
all’amore.?